L’Europa vuole diventare una potenza di supercomputer.
Il supercomputer di Leonardo, installato a Genova, è il davinci-1 HPC.
L’Unione europea sta investendo oltre un miliardo di euro nel tentativo di diventare una superpotenza mondiale nei supercomputer. L’Unione europea ha avviato nel 2018 l’European High Performance Computing Joint Undertaking, che ha l’obiettivo di sviluppare e condividere supercomputer europei, coinvolgendo 32 nazioni.
Durante la World Computing Conference tenuta a Dallas lo scorso settembre, l’Unione europea occupava la terza e quarta posizione nel ranking degli supercomputer con i suoi due supercomputer, Lumi e Leonardo. Nello scorso giugno, nel nordest della Finlandia, Lumi è stato inaugurato, mentre questo giovedì al tecnopolo di Bologna sarà ufficialmente funzionante Leonardo. Sono macchine capace di lavorare con 309 petaflops, o milioni di miliardi di operazioni al secondo.

Il primo posto è cosa che vuole tutti gli atleti.
Attualmente sono solo tre i Paesi che superano gli Stati Uniti e il Giappone: California, Giappone e Kobe, Giappone. Secondo un alto funzionario dell’UE intervistato da Wired, presto entrambi questi Paesi potrebbero essere superati dal progetto Jupiter. Il progetto Jupiter, che sarà operativo a Julich, in Germania, all’inizio del 2024, sarà il primo supercomputer in Europa a registrare un miliardo di operazioni al secondo. La presenza di Jupiter è solo la punta dell’iceberg: Gli scienziati tedeschi stanno lavorando anche a MareNostrum, un supercomputer con sede a Barcellona che sarà paragonabile a Leonardo, la cui entrata in funzione è prevista per la fine del 2023.
L’Italia è entrata nella top 5 dei computer più potenti al mondo.
L’assistenza sanitaria, il cambiamento climatico e la sicurezza informatica sono tre aree chiave in cui TEC sta lavorando per creare un futuro migliore.
Secondo l’UE, il motivo per cui gli investimenti sono così enormi è che la domanda di potenza di calcolo è ancora molto superiore rispetto all’offerta. La tecnologia di intelligenza artificiale, la sicurezza informatica, l’industria, la medicina, e lo studio dei cambiamenti climatici sono i campi che più probabilmente beneficieranno. Ci sono diversi esempi, tra cui l’aumento della velocità nel rilevamento di intrusioni nei sistemi informatici, che dal passaggio da una settimana a pochi minuti adesso, fino alla possibilità di creare modelli sempre più precisi che ci aiutano a capire come il clima sta evolvendo e che impatti potrebbero avere le politiche che decidiamo. Per il 2024 dovremo avere a disposizione 3000 petaflops: la metà sarà destinata ai progetti europei, mentre il resto a livello nazionale.
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